Cos'è l'economia della ciambella - Prima parte

Cos'è l'economia della ciambella - Prima parte

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In questo episodio, l’undicesimo, voglio parlare di economia, anzi di nuova economia, quella del 21° secolo.

Il motivo è semplice e ci coinvolge tutti: l’idea di crescita economica senza fine ha bisogno di essere rivista, di conseguenza nessuna forma di business ha futuro senza la consapevolezza che il suo sviluppo dipende dalle risorse dell’ambiente nel quale è inserito.

Non potevo restare indifferente a un argomento simile perché il podcast dell’architetto dell’innovazione l’ho pensato proprio per anticipare il futuro del business a chiunque non voglia farsi cogliere impreparato dalle sfide del nuovo millennio. E questa è sicuramente una delle sfide più importanti.

Ecco tre buoni motivi per ascoltare questo episodio:

  • ho tradotto e condensato per te l’essenza del TED Talk di Kate Raworth, un’economista inglese laureata all’università di Oxford,

  • ti renderai conto di come, questa signora che ha collaborato al progetto delle Nazioni Unite per definire i 17 obiettivi dello sviluppo sostenibile nei prossimi 20 anni, abbia riscritto le basi dell’economia rendendola accessibile anche a chi non conosce l’argomento, 

  • scoprirai un nuovo punto di vista su come ciascuno di noi può contribuire a costruire e ripensare l’economia del 21° secolo.

  • Infine, ma questo nel prossimo episodio, perché ho preparato la recensione del libro pubblicato da Kate Raworth, condividerò alcune considerazioni sul suo progetto e ti indicherò degli strumenti per applicare questo metodo nella realtà quotidiana.

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Esistono evidenze scientifiche che l’idea di crescita continua del PIL ha bisogno di essere ripensata. Vediamo come, partendo dall’intervento di Kate Raworth al TED di Vancouver nel 2018.

L’intervento inizia con un riferimento preciso alla curva sempre crescente che rappresenta il progresso e lo sviluppo economico. Per tutti noi quella curva in continua ascesa indica la direzione più elementare, il movimento naturale in avanti e verso l’alto che trova nel bambino che impara a camminare la migliore rappresentazione. Lo stesso vale per l’evoluzione della nostra specie: attraverso vari stadi i nostri antenati hanno raggiunto la posizione eretta dell’homo sapiens sapiens. 

Non c’è da stupirsi se riteniamo che la traiettoria naturale del progresso in generale e di quello economico in particolare sia sempre crescente. È tempo di ripensare questa curva crescente e la forma del progresso economico.

Da dove nasce questa ossessione per la crescita ininterrotta? Dal PIL, il prodotto interno lordo che è il costo totale dei beni e dei servizi che un paese vende in un anno. È stato inventato negli anni Trenta e ben presto è diventato l’obiettivo primario della politica, tanto che ancora oggi, nei Paesi più ricchi, i governi pensano che la soluzione ai problemi economici stia in una maggiore crescita.

Rispetto al 1950 il PIL globale è cresciuto 10 volte portando prosperità a miliardi di persone creando al contempo un’economia globale incredibilmente divisiva, degenerativa, destabilizzando rapidamente il delicato equilibrio del pianeta da cui dipendiamo. I politici lo sanno e aggirano l’ostacolo proponendo altri tipi di crescita: verde, inclusiva, intelligente, resistente, equilibrata, basta sceglierne una e siamo serviti.

Dal momento che la crescita economica non è sganciata dalle risorse del pianeta, è giunto il momento di scegliere un’ambizione più elevata di quella di fare crescere il PIL in eterno. Perché nel XXI secolo la sfida dell’umanità è soddisfare le esigenze di tutti gli abitanti con i mezzi che il nostro straordinario pianeta vivente ci regala. 

E il progresso verso questo obiettivo non lo misureremo soltanto con parametri monetari, ma anche con una serie di indicatori rappresentati graficamente nella forma di una ciambella.

I due cerchi concentrici della ciambella rappresentano i limiti sociali e planetari, visualizzano la coppia di condizioni - sociale ed ecologica - alla base del benessere dell’umanità. La base sociale delimita il confine interno della ciambella e specifica i bisogni vitali che tutti devono poter soddisfare. Il tetto ecologico delimita il confine esterno della ciambella oltre il quale la pressione sull’ecosistema diventa pericolosa. Tra i due confini si trova lo spazio ecologicamente sicuro e socialmente equo entro il quale l’umanità dovrà trovare nuovi equilibri con cui prosperare.

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La doppia sfida di soddisfare le esigenze vitali di tutti nel rispetto delle risorse del pianeta, invita a immaginare una nuova forma di progresso diversa dalla curva in continua ascesa, invita a trovare un equilibrio dinamico tra le fondamenta e il soffitto, tra il cerchio interno e quello esterno. 

Guarda caso il simbolo del benessere - fa notare Kate Raworth - in molte culture antiche riflette questo stesso senso di equilibrio dinamico, dal Maori Takarangi, al taoista Yin Yang, il nodo senza fine buddista, la doppia spirale celtica. 

Troveremo questo equilibrio dinamico nel XXI secolo? 
Al momento ne siamo ben lontani e inoltre stiamo superando il limite esterno.

Guardando al centro della ciambella vediamo milioni o miliardi di persone che ancora non riescono a soddisfare i bisogni vitali come il cibo, l’alloggio, l’istruzione, l’assistenza sanitaria, la voce politica. 

Inoltre, almeno in quattro punti abbiamo già superato i confini del cerchio esterno della ciambella, i confini delle risorse planetarie e rischiamo l’impatto irreversibile, il collasso dell’ecosistema. 

Il sistema economico del 21° secolo deve creare e mantenere questo nuovo equilibrio dinamico. Per farlo avremo bisogno di:

  • economie progettate per essere rigenerative in modo che le risorse siano sempre rigenerate e che gli scarti di un processo alimentino quello successivo

  • economie progettate per essere distributive, che sfruttano in pieno le opportunità senza precedenti date dalle tecnologie per distribuire ricchezza e conoscenza in modalità open-source e peer-to-peer by-passando gli organismi di centralizzazione tipici del 20° secolo. 

Infine il sistema economico del 21° secolo si dovrà ispirare alla natura: non conosciamo niente nel mondo naturale che continui a crescere per sempre. Qualsiasi tipo di organismo o di struttura vivente sappiamo che nasce, cresce e matura, ma non all’infinito. Perché dovremmo accettare che l’economia sia l’unica eccezione a questa tendenza? 

Non possiamo e non dobbiamo dimenticare che la crescita economica continua non è indipendente dallo sfruttamento delle risorse naturali: le due sono strettamente correlate. Per questo ciò di cui abbiamo urgente bisogno sono vere innovazioni sul piano finanziario, politico e sociale che ci aiutino a superare la dipendenza strutturale dalla crescita, per concentrarci solo sull’equilibrio tra i bordi interno ed esterno della ciambella, i confini sociali e quelli dell’ecosistema.

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Se parlare di confini trasmette un senso di limite alle opportunità, basti pensare che le persone più geniali al mondo trasformano i limiti di un problema nella fonte della loro creatività. Da Mozart al suo pianoforte a cinque ottave a Jimi Hendrix con la sua chitarra a sei corde, da Serena Williams su un campo da tennis sono i confini a liberare il nostro potenziale. 

Allo stesso modo i confini della ciambella stimolano e scatenano il potenziale illimitato dell’umanità di prosperare con creatività, partecipazione e senso di appartenenza a cominciare dal superamento della tradizionale rappresentazione occidentale in cui l’uomo ha la natura ai suoi piedi, a sua disposizione. Nel 17° secolo Francis Bacon parlava addirittura di appartenenza per diritto divino. 

Ormai abbiamo imparato a nostre spese che il mondo non è un magazzino e che la specie umana è integrata nel mondo non separata o al di sopra di esso e l’economia del 21° secolo apre una nuova prospettiva di sviluppo. 

Ci invita ad abbandonare i valori antropocentrici, a riconoscere e rispettare il valore intrinseco del mondo vivente rispettandone incondizionatamente ogni sua creatura, ogni suo equilibrio. Per concludere Kate Raworth tratteggia un nuovo autoritratto dell’umanità ricorrendo a tre immagini:

  • Comunità: siamo la specie più sociale e dipendiamo reciprocamente gli uni dagli altri

  • Seminatori: le società si evolvono con il mondo vivente dal quale dipendiamo

  • Equilibristi: evidenzia la nostra capacità di avere fiducia per cooperare e raggiungere risultati che nessuno potrebbe raggiungere da solo.

Riassumendo in questo episodio ho condensato (traducendola) l’essenza del TED Talk di Kate Raworth in cui espone il metodo per ridisegnare le basi dell’economia del 21° secolo rendendola accessibile anche a chi non conosce l’argomento.

L’economia della ciambella offre un punto di vista nuovo, apre opportunità di sviluppo in cui l’umanità imparerà nuovi equilibri con cui prosperare, in cui troveremo l’equilibrio tra il bordo e il centro della ciambella, tra lo spazio socialmente equo e quello ecologicamente sicuro.

Come ti anticipavo all’inizio, dopo questo quadro introduttivo, nel prossimo episodio ti ho preparato la recensione del libro pubblicato da Kate Raworth e condividerò alcune considerazioni sul suo progetto indicando degli strumenti utili per applicarlo nella realtà quotidiana.

Risorse:

Cos'è l'economia della ciambella - Seconda parte

Cos'è l'economia della ciambella - Seconda parte

Lo scopo nelle organizzazioni esponenziali

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